#batteria potente
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newtechworld · 1 year ago
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DOOGEE U10: Tablet Android 13 da 10.1 Pollici
DOOGEE U10: Tablet Android 13 da 10.1 PolliciIl tablet DOOGEE U10 rappresenta un’eccellente offerta nel mondo dei tablet Android 13, offrendo prestazioni di alta qualità e una gamma di funzionalità avanzate per soddisfare le esigenze degli utenti.Con 9GB di RAM (4GB + 5GB di memoria virtuale attivabile) e 128GB di ROM espandibile tramite scheda TF fino a 1TB, questo tablet offre la potenza…
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campadailyblog · 4 months ago
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TECLAST 2024 T50: il tablet perfetto per te
Il TECLAST 2024 T50 è un tablet Android all’avanguardia. Offre potenza, stile e versatilità. Ha un display 2K da 11 pollici e un chip Unisoc T618 potente. Con 8GB di RAM e 256GB di archiviazione interna espandibili fino a 2TB, soddisfa le tue esigenze. La fotocamera posteriore da 13MP e quella frontale da 8MP catturano momenti indimenticabili. La batteria da 8000mAh assicura lunga durata. Il…
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diceriadelluntore · 1 month ago
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Storia Di Musica #343 - Alice In Chains, Jar Of Flies, 1994
Le storie musicali ottobrine avranno come protagonista un formato musicale, perchè ho scelto 4 EP come protagonisti delle quattro domeniche di questo mese. Cos'è un EP? Un Extended Play è un supporto fonografico (in vinile, CD, musicassetta, download digitale o altro) che contiene più tracce rispetto ad un singolo, ma che, similmente al mini LP, non può essere classificato come album discografico. La definizione è alquanto vaga e non esiste un limite preciso che stabilisca quando un EP non è più tale e diviene un album vero e proprio: per convenzione, si concorda che un disco con pochi brani e una durata di 25-30 minuti sia un EP ma, per esempio, le regole della Recording Academy per i Grammy stabiliscono che ogni pubblicazione con cinque o più tracce sopra i 15 minuti di durata dev'essere considerata "album", senza menzionare gli EP. Tuttavia nelle classifiche ufficiali di vendita sono sempre segnalati quando vengono commercializzati come tali, e la storia della musica popolare occidentale ci fa scoprire che è una forma di registrazione niente affatto secondaria: nasce addirittura negli anni '20 del 1900 come supporto che conteneva non una solo brano per lato, ma due o due più tre sull'altro lato. Nelle prossime storie ne racconteremo un po' la storia, anche inteso come mezzo di espressione alternativo, soprattutto in certi momenti specifici della storia musicale.
Quello di oggi, per partire, è uno degli EP più famosi della storia. Fu il primo EP a svettare tra i dischi più venduti di Billboard. Questo EP si intitola Jar of Flies e fu pubblicato dagli Alice in Chains il 25 gennaio del 1994. Gruppo formidabile, dell’ala hard rock del grunge di Seattle (anche se tentarono sempre di non apparire grunge), gli Alice in Chains (un omaggio sadomaso ad Alice nel Paese delle Meraviglie) si fondano nel 1987 quando Layne Staley incontra Jerry Cantrell. Ispirandosi più verso l’heavy metal che la psichedelia acida dei coetanei gruppi grunge, nel 1990 pubblicano il primo disco, Facelift, che li proietta alla ribalta delle cronache musicali. Subito dopo, con Sap, il primo di una coppia meravigliosa di fortunati EP, iniziano a suonare sonorità acustiche, lontano dal suono potente, distorto ed elettrico dei dischi “interi”, come Dirt del 1992, che a metà tra speed metal e Black Sabbath li fa diventare superstar. Ma come sempre nelle migliori storie rock arrivano i guai. Staley inizia una dipendenza pesantissima da alcol ed eroina, e per oltre un anno la band non si esibisce. Appena però sta meglio, in una settimana nel 1994, la band, in tenuta acustica con Mike Inez al basso e Sean Kinney alla batteria, sfoggia in 7 giorni, a detta degli stessi pieni di fumo, depressione ed alcol, questo capolavoro. Il titolo, Jar of Flies, prende spunto da un esperimento che Cantrell fece al liceo: in due vasi venivano poste due comunità di mosche, uno con molto cibo, l’altro con meno. Quella con più cibo prosperava molto più forte di quella con meno cibo, ma alla fine il sovrappopolamento finì per esaurire presto le risorse e la comunità morì, mentre l’altra continuò a vivere. Rotten Apple è una struggente ballata fatta apposta per la voce straziante di Staley, e vola per oltre 6 minuti. Nutshell, con scie sonora da pelle d’oca, è tanto favolosa quanto tetra e devastante nel testo (inizia così: Inseguiamo promesse mal stampate, affrontiamo il sentiero del tempo). I Stay Away è una traccia acida e psichedelica e che forse faceva capire i progetti futuri della band. Cantrell scrive No Excuses, che diventerà uno dei loro brani icona e canta con Staley la bellissima Don’t Follow. Whale & Wasp è strumentale, Swing Of This è una melodia diversa, quasi staccata al resto dell’album, così compatto sia musicalmente che emozionalmente. Nel 1995 la band scrive ancora un capolavoro, Alice in Chains, conosciuto come Tripod per la foto del cane a tre zampe in copertina, ancora numero 1 in classifica. Ma il tour che segue sarà di sole 7 date, per le condizioni sempre più disastrose di Staley, che comparirà per un ultimo concerto, la registrazione di un toccante MTV Unplugged del 1996, uscito anche come disco, e con una Nutshell da brividi. Morirà, isolato, depresso e distrutto, il 5 aprile del 2002, precisamente 8 anni dopo Kurt Cobain. La band si è riunita sotto l’egida di Cantrell nel 2005 e nel 2009 ha pubblicato Black Gives Way To Blue con un nuovo cantante, William DuVall, dai suoni iper heavy come i bei tempi ed è ancora in attività (Rainier Fog ultimo disco del 2018 e è da tempo annunciato un settimo album). Ascoltatene la malinconica bellezza.
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unparadisoblu-22 · 1 year ago
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La tua vita sul palco.
È inspiegabile. È un insieme di emozioni che arrivano e mi attraversano forte senza chiedere il permesso. Vivere la preparazione e lo spettacolo per osmosi dà una carica enorme se chi sale sul palco è la persona che ami.
Tu perfetto, dal dettaglio allo scenario più gigantesco. Nessuna distrazione, tutti i valori impostati sullo zero e la massima concentrazione per mantenerli ghiacciati li. Io con l'adrenalina, massima felicità e ammirazione infinita verso di te.
Sei inspiegabile. Ogni luce, ogni suono, ogni rullo sulla batteria porta con sé occhi, orecchie e cuore dove gli pare fino a tornare su di te raggiungendo quel poco che di fisico in me era rimasto nella realtà. Ogni muscolo sprigiona potenza e carica da rilasciare sulla chitarra e ai piedi del palco. Impossibile non sentirlo, quando mi sfiori con le dita è come una potente scossa che fa vibrare anche me. Ti cambia la luce negli occhi e diventa quella del chitarrista. Cambi postura per sostenere la tua chitarra sulle spalle. I timpani diventano antenne di ricezione a cui non scappa nemmeno la più piccola frequenza. Ti trasformi nel più bel chitarrista di sempre, il più figo.
Le prove hanno una carica molto simile a quella sul palco, ma si ricerca più il dettaglio e il tempo giusto. Con la chitarra in mano ti muovi come se foste un'unica cosa e sorridi diventi bellissimo e tutto si fonde insieme ai suoni, agli odori. Anche la tua pelle cambia sapore, diventa più forte, carico di energia.
Ed io non posso stare lontano da tutto questo. Lo vivo forte. Tu me lo fai vivere forte, con tutta la serietà mista a divertimento. Ci sarà chi non ci crede, chi si domanda se quella magia c'è davvero o se è solo un'illusione dello spettatore, chi la sente e se la vive fino in fondo. La magia c'è e sei tu. ❤️✨
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jamessixx · 11 months ago
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Walk dei Pantera in una cover song. I Pantera rappresentano una band epica che si rivela la carta vincente dell’heavy metal. Difatti, tutto l’asset della band è riuscito a creare delle melodie eterne nella storia. Da Walk a Cowboys from Hell è un grande mix di riff di chitarre e virtuosismi vocali. Pertanto, avevo deciso di dedicare questa traccia ad una delle band che mi ha ispirato nella vita.
Dunque, ti consiglio di conoscere l'energia selvaggia e la potenza inarrestabile della musica metal con la panoramica sulla leggendaria band Pantera. Immergiti nel mondo sonoro feroce e nell'attitudine ribelle della Pantera, pioniera del genere heavy metal. Dal ruggito selvaggio delle chitarre al battito incessante della batteria, il nostro articolo svela il cuore pulsante di questo'iconico gruppo. Scopri la storia dietro i successi che hanno plasmato il panorama musicale metallico e approfondisci la potente eredità lasciata dalla Pantera. Entra nel regno del metal più pesante e vibrante, dove la Pantera continua a regnare sovrana.
Nel selvaggio regno del panorama musicale, la Pantera Heavy Metal emerge come una potente forza sonora che incanta gli ascoltatori con la sua ferocia musicale. Con radici profonde nel cuore del metal, la Pantera si distingue per la sua combinazione unica di riff incisivi, ritmi implacabili e un'inconfondibile intensità sonora.
Quindi, immersi in un universo di distorsioni controllate e testi carichi di impeto, gli appassionati di Pantera Heavy Metal sono trasportati in un viaggio epico attraverso l'oscurità e la potenza. La band, con la sua eredità indiscussa, continua a suscitare l'entusiasmo dei fan, trascinandoli in un vortice di emozioni sonore che definiscono il vero spirito del metal.
Inoltre, addentrati nel mondo incendiario della Pantera Heavy Metal, dove le note ribelli si fondono in un crescendo di adrenalina e il suono del metal diventa un'esperienza epica. Unisciti alla tribù dei veri amanti della musica pesante e abbraccia la potenza indomita della Pantera Heavy Metal. La tua ricerca musicale ha trovato la sua forza guida.
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chez-mimich · 1 year ago
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JAMES BRANDON LEWIS: “FOR MAHALIA WITH LOVE”
Il titolo dell’ultimo straordinario lavoro di James Brandon Lewis e del suo “Quintet” lascia pochi dubbi e, se qualcuno ne avesse, potrà facilmente fugarli ascoltando questo disco. “For Mahalia with Love” è un magnifico omaggio di Brandon Lewis alla memoria della grandissima Mahalia Jackson, regina del Gospel, come fu soprannominata. Ma questo omaggio contiene in sè qualcosa di molto più intimo e profondo perché mediato dal ricordo che di Mahalia conservava la nonna di James Brandon Lewis e che è riportato nel retro della copertina, sotto forma di una struggente lettera del musicista a Mahalia. Scrive Brandon Lewis: “…Mahalia, mi sono innamorata di te dal giorno in cui mia nonna mi ha parlato di te, perché tutto ciò che la nonna menziona deve essere speciale. Le nonne occupano un posto speciale nel cuore e nella mente dei bambini. Ricordi tutto della nonna: cosa cucinava, cosa indossava, le sue parole di saggezza, l'odore della sua casa... “ Insomma un amore con salde radici e che viene da lontano. In questi casi, quando l’omaggio non è una occasione posticcia o una piccola convenienza, il risultato si sente subito nella musica ed é un meccanismo quasi automatico: così accade appena poggiato il dito sul tasto “play” e nelle cuffie si accendono le prime note di “Sparrow”, solenne introduzione e chiaro omaggio a “His Eyeis Is on the Sparrow”, composta da Charles H. Gabriel, e a “Even the Sparrow” dello stesso Brandon Lewis. La magia del sentire musicale di Mahalia Jackson sembra già manifestarsi forte e potente. “…Il suo occhio è sul piccolo passero…” diceva la canzone, riferito all’occhio di Gesù, e proseguiva “…Canto perché la mia anima è felice/Canto perché sono libera/Per il suo occhio sul piccolo vecchio passero/E so che sta vegliando su di me e su di te…” Come rendere al meglio la spiritualità e la profonda umanità di questi versi se non con l’amorevole sax di Brandon Lewis, accompagnato dalla cornetta di Kirk Knuffke e sostenuto dalla batteria di Chad Taylor? Anche in questa versione strumentale, con buona pace di De Gregori, gli uccellini non sono “soli nel sole”, ma sono protetti dal Signore e, senza un profondo senso religioso, se non si riesce a comprendere Mahalia Jackson, non si riesce nemmeno a comprendere la gioiosa religiosità nella musica di Brandon Lewis. Con “Swing low” potremmo percorrere un viale del Louis Armstrong Park di New Orleans dove si profila da lontano il “Mahalia Jackson Theater for the Performing Arts”; brano godibile e pieno zeppo di riferimenti allo swing e al vitalismo della black music. Cambiano i ritmi ma non cambiano le atmosfere sia con “Go Down Moses” fitto e dialogante, sia con “Wade in the Water”, con il suggestivo sottofondo delle percussioni di Taylor. “Calvary” è invece un dolente lamento religioso incentrato sulla sofferenza di Gesù che altro non è che la sofferenza del mondo. Chissà come sarebbe una Via Crucis con questo accompagnamento, dove il contorcimento degli animi e le inquietudini, come possono essere quelli dei sofferenti, prendono qui corpo nella musica. Orchestrazione completa e corposa dove trova spazio anche il violoncello di Chris Hoffman e il contrabbasso di William Parker. “Deep River” ci riporta a sonorità più intense e con tanto spazio per gli assoli, mentre la seguente “Eljia Rock” fa diretto riferimento al profeta Elia che, per la tradizione ebraica non morì, ma fu assunto in cielo con anima e corpo e quindi in diretto riferimento alla figura di Gesù tanto cara a Mahalia. L’immanenza del Signore (ma forse anche di Mahalia), è richiamata nel titolo di “Were You There”. Il lavoro si conclude con una magnifica versione rivisitata di “Precious Lord Take my Hand”, brano che la Jackson cantò all’insediamento di Kennedy alla Casa Bianca. Un disco che omaggia giustamente la regina del gospel, ricorda l’amata nonna di Brandon ma che, naturalmente, splende di luce propria e che non si smetterebbe mai di ascoltare.
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danzameccanica · 3 years ago
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Quando uscì Diabolis Interium non stavo più nella pelle. Avevo conosciuto i Dark Funeral solo parzialmente con l’EP Teach Children to Worship Satan e poi avevo finalmente trovato da Musica Musica il primo The Secrets of the Black Arts. I Dark Funeral incarnavano tutto il black metal che volevo ascoltare e in cui volevo immedesimarmi in quegli anni; ricordo che in primo liceo, pur non avendoli mai ascoltati mi ridisegnai il loro logo sulla cartella di educazione tecnica. Ancora oggi, Vobiscum Satanas è un disco che non capisco granché, che non è entrato in me, forse per l’eccessiva somiglianza fra un brano e l’altro. Invece Diabolis Interium inizia ad essere variegato; c’è un ottimo lavoro di songwriting sulle chitarre che non sono più dei semplici e velocissimi power-chords ma iniziano ad essere più “swedish”. I Dark Funeral iniziano davvero a suonare in questo disco; certo sono ancora velocissimi, addirittura più veloci dei Marduk; ma ora il patto col diavolo ha davvero generato i suoi maligni frutti. Intanto il batterista Matte Modin (ex Defleshed) riesce a dare ai brani una vitalità disarmante; la doppietta Ahriman-Dominion è forse la più vincente fino al recente Where Shadows forever Reign.
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Al di là degli altisonanti titoli in latino, che all’epoca erano dei cliché, “An Arrival of Satan Empire” è una mazzata diretta e melodica (ricordo ancora il potente impatto quando li vidi nel 2002-2003 a Roma) mentre “An Apprentice of Satan” è stata ri-registrata in modo sbalorditivo rispetto al precedente EP. Prima era più classica, precisa, black metal old-school. Ora invece, intorno ai riff efficaci ma quasi banali, la batteria riesce a tirar fuori quanto ci sia di più maligno e possente. Le seconde voci aggiunte in produzione non fanno altro che aprire di più l’imbuto dell’Inferno verso Lucifero. Per non parlare dell’aura evocativa che emana il bridge del brano. “The Goddess of Sodomy” stranamente può risultare il brano più azzeccato dei Dark Funeral; stranamente perché il brano è una traccia in mid-tempo dove le chitarre tracciano dei riff alla Mayhem. “Thus I Have Spoken” è un brano che ricorda i Marduk di Opus Nocturne e, dopo un altro paio di doppiette sparate al fulmicotone, la conclusiva “Heart of Ice” è degna di interesse  sempre per le sue partiture chitarristiche che salgono in un climax davvero niente male.
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vapormovape · 23 hours ago
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Vale la pena provare VOZOL Vape!
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tempi-dispari · 23 hours ago
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"The Cold Summer of the Dead" Junkfood
L’album The Cold Summer of the Dead dei Junkfood, uscito nel 2012, rappresenta uno degli esperimenti più originali della scena musicale strumentale italiana. Con un sound cupo e viscerale, questo lavoro si inserisce tra rock, jazz, e post-rock, mostrando l’attitudine di Junkfood per una musica che si muove tra atmosfere cinematografiche e toni da thriller psicologico. La sua ricchezza sonora crea scenari immaginifici e quasi palpabili, un’esperienza per chi ascolta che non lascia indifferenti. Di seguito, un approfondimento traccia per traccia.
Track by Track
The Cold Summer of the Dead L’album si apre con una traccia che definisce subito il tono del progetto: un’atmosfera glaciale e solenne, supportata da suoni oscuri che trasportano l’ascoltatore in un luogo desolato. Le linee di basso sono profonde e danno un senso di gravità, mentre la batteria e la chitarra si fondono in un crescendo che non esplode mai completamente, lasciando una tensione sospesa.
The Maze The Maze si muove su un ritmo ipnotico e circolare, portando chi ascolta in una spirale che ricorda un labirinto senza via d’uscita. Le percussioni sono ossessive, e gli strati di synth e chitarra creano un senso di disorientamento. È un pezzo potente che colpisce per la sua capacità di evocare immagini di inquietudine e mistero. Perfetto per chi cerca una colonna sonora che lo catturi e lo lasci con il fiato sospeso.
Only Shadows Move Questa traccia è il cuore malinconico dell’album, con un mood che si potrebbe quasi definire blues. Le chitarre lamentose e il ritmo rallentato creano un senso di perdita e desolazione. Only Shadows Move è uno di quei brani che trasmette un’immagine di silenzio post-apocalittico, come una città deserta dopo un temporale.
The Last Drop of Water Intenso e atmosferico, The Last Drop of Water porta una ventata di sperimentazione sonora. Con l’uso di riverberi profondi e suoni filtrati, i Junkfood riescono a costruire una dimensione sonora quasi acquatica, suggerendo una sete emotiva inappagata. La traccia ha una struttura libera, senza una direzione chiara, che rispecchia forse un messaggio di incertezza.
A Room with No Air Questa traccia è una lenta costruzione di ansia, dove il silenzio tra le note ha un peso fondamentale. Qui la band gioca con le pause e i vuoti, dando spazio ai suoni di chitarra e basso che si espandono come respiri trattenuti. È una delle tracce più minimaliste dell’album, ma è anche una delle più potenti, evocando la sensazione claustrofobica di essere intrappolati in una stanza senza aria.
Ashes La chiusura dell’album arriva con Ashes, una traccia che funziona quasi come un epilogo, con un sound etereo e riflessivo. Qui, i toni si fanno più lievi, come se i Junkfood stessero concedendo una tregua a chi ascolta. Questo brano chiude l’album come una liberazione, un’uscita da quel “labirinto” inquietante e profondo che l’intero lavoro ha rappresentato.
Conclusioni
The Cold Summer of the Dead è un’opera intensa che conferma la capacità dei Junkfood di esplorare territori musicali poco battuti. La loro capacità di evocare immagini forti e ricche di significato senza fare uso della parola è uno dei tratti più distintivi del loro stile. L’album, per quanto non di facile ascolto, è un viaggio sonoro che cattura e trattiene in una dimensione parallela. Un lavoro che non solo si ascolta, ma si vive.
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zeroloop · 15 days ago
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ZHIYUN CINEPEER CM15: Recensione della luce LED RGB compatta e versatile per i tuoi progetti creativi
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newtechworld · 1 year ago
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UMIDIGI G5 Tab Kids: Recensione Tablet Android 13 per Bambini
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UMIDIGI G5 Tab Kids: Recensione Tablet Android 13 per Bambini Il tablet UMIDIGI G5 Tab Kids si distingue come un prodotto innovativo dedicato ai più giovani. Dotato del sistema operativo Android 13.0 e alimentato dal potente processore octa-core Unisoc T606, offre un’esperienza fluida e performante per i piccoli utenti. Prestazioni e Controllo Parentale Grazie alle funzionalità di controllo…
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napoli-city · 17 days ago
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diceriadelluntore · 7 months ago
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Storia Di Musica #321 - Okkervil River, The Stage Names, 2007
Fino a 15 giorni fa non conoscevo questo gruppo, e la sua storia variegata e spassosa. Non conoscevo ovviamente nemmeno il loro modo di fare musica, che mi ha colpito davvero tanto. Will Sheff, voce e chitarra, Zach Thomas al basso e al mandolino e Seth Warren alla batteria sono tre amici sin dal tempo del liceo, e vivono nel New Hampshire. Si trasferiscono dopo il college ad Austin, in Texas, e mettono su una band: prendono nome dal titolo di un racconto di Tat'jana Nikitična Tolstaja (che discende da un ramo minore dei Tolstoj), contenuto nella raccolta Sotto Il Portico Dorato, che si intitola Sul Fiume Okkervil, che è un breve fiume che passa per San Pietroburgo: Okkervil River. Siamo a fine anni '90 del '900 e i nostri registrarono un album autoprodotto composto da sette canzoni intitolato Stars Too Small To Use. Iniziano a fare concerti, la band si allarga (Jonathan Meiburg alla fisarmonica e poi all'organo). Nel 2002 la famosa etichetta indipendente Jagjaguwar li mette sotto contratto: Seth Warren abbandona per seguire la carriera accademica a Berkely e viene sostituito da Mark Pedini alla batteria. Nello stesso anno pubblicano il loro primo LP, Don't Fall In Love With Everyone You See. Un anno dopo si spostano a San Francisco, Warren ritorna in gruppo, e pubblicano Down The River Of Golden Dreams. La band ha continui cambi di formazione, ma raggiunge una certa forma quando Travis Nelsen sostituisce Pedini alla batteria e si aggiunge un altro chitarrista, Howard Draper. Con questa formazione, nel 2005, pubblicano il loro lavoro più riuscito, che li fa conoscere in maniera decisiva anche oltre la scena indipendente: Black Sheep Boy è osannato dalla critica e vende benissimo per un disco indipendente, tanto che la band lo pubblica nel 2006 anche in Europa e ne fa uscire un mini EP in accompagnato, Black Sheep Boy Appendix. Zach Thomas esce dal gruppo e viene sostituito da Pat Pestorius. Il suono è un folk rock ricco, delicato, gioioso ma sono le idee dei testi di Sheff che stupiscono, in una sorta di costruzione di musica cabaret dove il racconto, a volte stucchevole, di ciò che succede intorno a lui è il fulcro della musica degli Okkervil River. E prova maestra è il disco di oggi, uscito nell'Agosto del 2007 e quasi da subito un classico della musica indipendente.
The Stages Names è, come suggerisce il titolo, una riflessione ironica e senza peli sulla lingua sull'essere un'artista e sulle storie che l'esserlo nasconde. Our Life Is Not A Movie Or Maybe prende in giro il già allora evidente e potente ingigantimento di qualsiasi cosa succeda nella vita di chiunque, o per meglio dire, la voglia di rendere le cose della vita molto più drammatiche o epiche di quello che sono (It's just a life story, so there's no climax\No more new territory, so pull away the IMAX). Unless It's Kicks è una analisi sul rapporto artista fan, A Hand To Take Hold Of The Scene è la prima genialata, infatti è una canzone che racconta della trama di due programmi TV, Cold Case (famoso anche in italiana, sulla squadra dell'FBI chiamata a risolvere i casi irrisolti di anni precedenti) e Breaking Bonaduce (una sorta di documentario su Danny Bonaduce, famoso attore bambino degli anni'70, che raccontava dei suoi problemi familiari da adulto) in cui furono usate canzoni della band (in Cold Case Black Sheep Boy). Savannah Smiles è la storia di Shannon Wilsey, famosa pornostar americana, che prese il suo nome d'arte da un film, Savannah Smiles del 1982: la sua è una storia tragica, poichè dopo un incidente stradale dove rimase sfregiata, decise di suicidarsi per non essere vista "brutta". Plus Ones è un piccolo capolavoro: l'espressione indica nelle liste dei concerti le aggiunte che gli ospiti dei backstage hanno per le entrate, ed è un testo quasi non sense che aggiunge uno o più unità a famosi titoli di canzoni: ? and the Mysterian che scrissero 96 Tears diventano 97, le 50 Ways To Leave Your Lover di Paul Simon diventano 51 e così via, citando anche i The Byrds di Eight Miles High, i R.E.M. di 7 Chinese Bros., David Bowie in TVC15 ed altri. You Can't Hold The Hand Of A Rock And Roll Man cita nel titolo un testo di una canzone di Joni Mitchell, Blonde In The Bleachers, e cita nel testo un quadro di Marchel Duchamp, La Sposa Messa A Nudo Dai Suoi Scapoli, Anche. John Allyn Smith Sails è dedicata alla vita e al suicidio del poeta confessionale John Berryman (originariamente John Allyn Smith). La canzone si conclude rielaborando la tradizionale canzone popolare Sloop John B (resa famosa dai Beach Boys), paragonando la morte a un viaggio di ritorno a casa. Non posso non citare anche Title Track (che cita Hollywood Babylonia di Kenneth Anger) e la toccante A Girl In Port, canzoni misteriosa e dolente. Le canzoni hanno una gioiosa musicalità e il disco va persino in classifica su Billboard. Will Sheff si mostra un cantautore davvero poliedrico e la band gira a mille, usando spesso solo strumenti acustici (tranne in Title Track e poche altre occasioni). Un piccolo gioiello scoperto in questo mese di Aprile, che con la seconda copertina capite benissimo a cosa è dedicato (almeno spero....)
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e-inglobal · 30 days ago
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Qual è la migliore bici elettrica qualità prezzo?
Trovare la migliore bici elettrica qualità prezzo può sembrare complicato, ma con le giuste informazioni potrai scegliere il modello perfetto per le tue esigenze, senza spendere una fortuna. In questo articolo ti guideremo tra le caratteristiche essenziali di una bici elettrica a pedalata assistita e ti aiuteremo a scoprire le migliori opzioni disponibili su E-Inglobal, dove troverai e-bike di alta qualità al giusto prezzo.
Cosa significa “qualità prezzo” per una bici elettrica?
Quando parliamo di qualità prezzo per una bici elettrica, ci riferiamo a un equilibrio ideale tra prestazioni, materiali, funzionalità e costo. Una buona bici elettrica non deve essere necessariamente la più costosa, ma deve offrire caratteristiche affidabili, durevoli e adatte all’uso quotidiano, mantenendo un prezzo accessibile.
Vediamo insieme quali sono i fattori chiave che determinano la qualità di una e-bike e che dovresti considerare per fare un acquisto intelligente.
Le caratteristiche fondamentali di una bici elettrica qualità prezzo
Motore potente e affidabile
Il cuore di ogni e-bike è il suo motore. Un buon motore deve garantire una pedalata fluida e assistita, soprattutto in salita o su lunghe distanze. Idealmente, dovresti cercare una bici con un motore che abbia almeno 250W di potenza e 48 V, capace di supportarti fino a una velocità di 25 km/h, come previsto dalla normativa italiana. Questo ti permetterà di muoverti facilmente in città o affrontare percorsi più impegnativi senza sforzo.
Batteria di lunga durata
La batteria è un altro elemento cruciale. Una e-bike con una batteria di alta qualità ti permette di viaggiare per lunghe distanze senza preoccuparti di ricaricarla troppo spesso. Per un ottimo rapporto qualità prezzo, una batteria con una capacità di almeno 400Wh è ideale, offrendo un’autonomia di circa 50-80 km. Verifica anche la facilità di ricarica e se la batteria è rimovibile, un dettaglio che semplifica molto la gestione quotidiana.
Telaio robusto e leggero
La qualità del telaio incide sulla resistenza e sulla maneggevolezza della bici. Le bici elettriche più economiche tendono ad avere telai più pesanti, ma con una buona scelta potrai trovare modelli in alluminio che bilanciano robustezza e leggerezza. Un telaio ben progettato garantisce anche una guida confortevole e sicura, specialmente in condizioni stradali variabili.
Sistema di frenata efficiente
Anche il sistema di frenata è fondamentale per garantire la sicurezza. Le migliori bici elettriche qualità prezzo sono dotate di freni a disco idraulici o meccanici, che offrono una frenata affidabile in ogni condizione climatica. Questo ti permetterà di avere un controllo ottimale in frenata, sia in città che su terreni più difficili.
Display e funzioni smart
Non sottovalutare l’importanza di un buon display. Le bici elettriche moderne offrono display digitali che ti permettono di monitorare informazioni essenziali come la velocità, l’autonomia della batteria e il livello di assistenza. Anche se non strettamente necessario, un display chiaro e funzionale può migliorare notevolmente la tua esperienza di guida.
Perché scegliere una bici elettrica su E-Inglobal?
Acquistare una bici elettrica su E-Inglobal ti garantisce non solo qualità, ma anche un eccellente servizio clienti e una vasta gamma di modelli adatti a tutte le esigenze. Offriamo e-bike con un ottimo rapporto qualità prezzo, pensate per migliorare la tua esperienza di guida, che tu stia cercando un modello per muoverti in città o per avventure outdoor.
Conclusione
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tecnoandroidit · 1 month ago
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UGREEN Nexode: Power Bank da 20000mAh e 12000mAh che caricano ogni dispositivo - Recensione
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Nel mondo iperconnesso di oggi, restare senza batteria non è un'opzione. Per chi è sempre in movimento, un power bank affidabile è essenziale. È qui che entra in gioco UGREEN, che offre due soluzioni di alta qualità. Stiamo parlando di Nexode Power Bank da 20000mAh con ricarica a 130W e Nexode Power Bank da 12000mAh con ricarica a 100W. Questi dispositivi garantiscono una carica rapida per una vasta tipologia di device. Ma sono anche dotati di tecnologie intelligenti che ne ottimizzano l'uso. In questa recensione analizzeremo nel dettaglio le caratteristiche di questi due modelli. Esaminandone design, funzionamento, connettività, prestazioni è molto altro ancora. UGREEN Power Bank: Design e Costruzione Quando si parla di design e costruzione, UGREEN ha dimostrato un’attenzione particolare ai dettagli con la serie Nexode Power Bank. Riuscendo infatti a bilanciare estetica e funzionalità in entrambe le versioni. Nexode Power Bank 20000mAh Il Nexode 20000mAh combina una struttura solida e un design ergonomico. Pensato appositamente per chi ha bisogno di una soluzione potente ma anche comoda da trasportare. Con una forma a colonna, le sue dimensioni sono di 131 × 54 × 50,8 mm. Essa è dunque molto facile da afferrare e riporre in una borsa, occupando il minimo spazio. Il suo peso di 476g lo colloca tra i modelli più robusti. Ma è una conseguenza logica data la capacità e il numero di porte. L’esterno è realizzato in plastica di alta qualità con una finitura grigio scuro satinato, che gli conferisce un aspetto elegante e professionale. Perfetto quindi sia per ambienti di lavoro che personali. Tale finitura è molto piacevole al tatto, ma resistente anche ai graffi e alle impronte. Grazie a ciò il dispositivo è sempre pulito e intatto, anche dopo un uso prolungato. Un dettaglio importante del design è l'inclusione di un display TFT a colori posto sulla parte frontale. Questo schermo fornisce informazioni in tempo reale sulla percentuale di batteria residua e, soprattutto, sulle caratteristiche della ricarica in corso. Esso rappresenta una vera innovazione rispetto a molti power bank concorrenti. I quali , generalmente includono solo indicatori LED basilari. In termini di porte, il Nexode 20000mAh è dotato di tre uscite ben disposte sulla parte superiore. Nel dettaglio abbiamo due porte USB-C, entrambe in grado di erogare rispettivamente fino a 100W e 30W. Oltre una porta USB-A con potenza fino a 22,5W. Tale configurazione lo rende estremamente versatile. In quanto perfettamente in grado di caricare nello stesso momento più accessori. Ad esempio, un laptop, uno smartphone e un altro dispositivo come un tablet o altri gadget elettronici. Infine, nella parte inferiore del dispositivo, sono presenti gommini antiscivolo, che lo mantengono stabile su superfici lisce o scivolose. Evitando così cadute accidentali. Disponibile attraverso la pagina ufficiale di Amazon. Nexode Power Bank 12000mAh Il Nexode 12000mAh presenta un design molto simile. Ma è chiaramente pensato per chi cerca una maggiore portabilità, senza rinunciare però alla potenza. Questo modello è molto più leggero e compatto. Ha un peso di 330g e dimensioni di 4,55 × 4,6 × 11,5 cm. La riduzione di questi valori lo rende estremamente pratico per l’uso quotidiano. Proprio perché può essere facilmente inserito in una borsa o nello zaino senza appesantire. Anche qui, UGREEN ha optato per una finitura in plastica satinata in grigio scuro. Mantenendo quindi un look coerente con il modello da 20000mAh. Ad ogni modo, grazie alle dimensioni ridotte, è ancora più facile da maneggiare e trasportare. Dunque rappresenta la scelta perfetta per chi viaggia molto o ha bisogno di una ricarica portatile leggera ma più che funzionale. Rispetto al modello da 20000mAh, il display è meno sofisticato. Qui troviamo un LCD monocromatico che mostra la percentuale di batteria residua e un indicatore dello stato di ricarica delle porte. Questo schermo è comunque efficace per monitorare l’autonomia residua e lo stato della ricarica. Pur non offrendo la stessa quantità di informazioni del display TFT dell’altro. Sul piano delle porte, il Nexode da 12000mAh dispone di due uscite. Ovvero, una USB-C da 100W e una USB-A da 22,5W. Il layout è pratico e pulito, con le porte ben distanziate per evitare problemi durante il collegamento simultaneo di cavi. Un’altra caratteristica comune a entrambi sono i gommini antiscivolo sul fondo che, come già affermato, garantiscono la stabilità del dispositivo su diverse superfici. TASTI E FUNZIONAMENTO Come già compreso le Power bank UGREEN Nexode da 20000mAh e 12000mAh sono state progettate per offrire un'esperienza utente semplice e funzionale. Al centro di questa semplicità troviamo un unico pulsante multifunzione, situato strategicamente sul lato del dispositivo. Esso consente di accendere e spegnere la power bank. Ma controlla anche una serie di funzionalità avanzate che scopriremo di seguito. Una volta premuto il seguente tasto, la powerbank si attiva immediatamente. Così potrete già iniziare a ricaricare i vostri dispositivi dopo averli collegati. Il processo di accensione è rapido e senza ritardi. Questo stesso pulsante svolge anche la funzione di "risvegliare" il display. Il quale, negli UGREEN Nexode, è senz'altro uno dei principali punti di forza. In particolare, la versione da 20000mAh dispone di uno schermo TFT a colori. Mentre quella da 12000mAh è dotata di un LED monocromatico più semplice. Ma comunque efficace nel fornire informazioni essenziali. Il piccolo monitor mostra il livello di batteria residua espresso in percentuale. Oltre ad informazioni avanzate come la potenza erogata da ogni porta, il voltaggio e la corrente in tempo reale. Tale funzione si rivela particolarmente utile. Soprattutto per chi desidera monitorare con precisione il processo di ricarica e verificare che i propri dispositivi ricevano l'alimentazione adeguata. Ad esempio, quando si collegano più device contemporaneamente, è possibile controllare l'esatto ammontare di potenza che ciascuno riceve. Evitando così sovraccarichi o ricariche inefficaci. Una pressione prolungata del pulsante attiva anche la funzionalità di sicurezza. Come lo spegnimento automatico in caso di inattività prolungata. Così facendo il caricatore preserva l'energia residua della batteria. In più se rileva la mancanza di accessori collegati o che non vi è alcun trasferimento di energia, si spegnerà automaticamente dopo pochi minuti. Per quanto riguarda il funzionamento del display, il modello da 20000mAh offre una visione più sofisticata e interattiva. Grazie al display TFT, l'utente può vedere animazioni fluide che rendono il monitoraggio della ricarica pratico e piacevole alla vista. Le informazioni vengono aggiornate in tempo reale. Il che significa che se la potenza di uscita o il voltaggio di una porta cambia, sarà possibile notarlo immediatamente sullo schermo e agire di conseguenza. Il modello da 12000mAh, pur essendo più semplice, offre comunque un display monocromatico. Sul quale viene mostrato chiaramente la percentuale di carica residua e lo stato della ricarica. Insomma entrambi i modelli dispongono di indicatori visivi che mostrano se l'alimentatore sta funzionando a piena potenza o se ci sono anomalie nella ricarica. Ad esempio, se un dispositivo non sta ricevendo la carica corretta a causa di un cavo difettoso o di un adattatore non compatibile, il display mostrerà informazioni che indicano una potenza ridotta o una variazione anomala del voltaggio. La capacità di autodiagnosi permette di intervenire prontamente per correggere eventuali problemi. CONNETTIVITÀ e TECNOLOGIA AVANZATA Il UGREEN Nexode Power Bank si distingue per la sua versatilità in termini di connettività e le tecnologie avanzate integrate. Caratteristiche che lo rendono un prodotto estremamente funzionale e personalizzabile per diversi tipi di utilizzo. Entrambi i dispositivi sono equipaggiati con porte USB di ultima generazione. La versione da 20000mAh dispone di tre porte. Due USB-C e una USB-A. Esse offrono rispettivamente una potenza massima di 100W e 30W per le prime, e 22,5W per la seconda. Questa configurazione permette di caricare un laptop e uno smartphone contemporaneamente. In più grazie al supporto delle tecnologie Power Delivery 3.0 e Quick Charge3.0, si riesce a garantire una ricarica rapida ed efficiente. Anche la versione da 12000mAh è dotata di due porte (una USB-C da 100W e una USB-A da 22,5W). Esse garantiscono una potenza sufficiente per la maggior parte dei dispositivi moderni. Un altro punto di forza è la funzione di PPS (Programmable Power Supply), che consente una gestione intelligente della ricarica. Di cui abbiamo già parlato. Infine, il sistema di gestione della temperatura Ugreen Thermal Guard, integrato nelle powerbank, monitora costantemente la temperatura per garantire una ricarica sicura. Cosicché non vengano mai superati i limiti di sicurezza. AUTONOMIA L'autonomia rappresenta uno degli aspetti più rilevanti e vantaggiosi. Grazie alla loro capacità elevata, questi dispositivi sono progettati per garantire un'alimentazione affidabile e duratura. Per fare un esempio più concreto, il Nexode da 20000mAh è in grado di caricare completamente un iPhone 15 fino a quattro volte. Ma anche un iPad Pro 11" fino a due volte e un MacBook Air 13" circa 1,3 volte. Ecco perché rappresenta un compagno ideale per chi lavora spesso fuori casa o viaggia molto. Anche il modello da 12000mAh, sebbene con una capacità inferiore rispetto al precedente, offre prestazioni notevoli in termini di autonomia. Può caricare un iPhone 15 fino a 1,28 volte e un Galaxy S24 Ultra fino a 1,23 volte. Un altro aspetto da considerare è la rapidità con cui queste powerbank possono essere ricaricate. Entrambe supportano la ricarica rapida in ingresso fino a 65W. Ciò significa che possono essere completamente cariche in poche ore. In conclusione, l'autonomia dei UGREEN Nexode Power Bank è uno dei principali punti di forza di questi dispositivi. La loro capacità di fornire più cicli di ricarica per dispositivi diversi, combinata con la possibilità di ricaricarli rapidamente, li rende indispensabili per chiunque desideri evitare l'ansia da batteria scarica. PREZZO E CONCORRENZA Il prezzo dei UGREEN Nexode Power Bank da 20000mAh e 12000mAh rappresenta un elemento cruciale nella valutazione di questi dispositivi. Il modello da 20000mAh è generalmente proposto a un prezzo di listino di 99.99€. Mentre quello da 12000mAh si colloca intorno ai 49.90€. Grazie a sconti e promozioni disponibili su piattaforme come Amazon e il sito ufficiale di UGREEN, i consumatori possono trovare occasioni vantaggiose. Questi prezzi sono perfettamente in linea con quelli proposti attualmente dal mercato attuale per quanto riguarda la fascia alta delle Power bank. Dunque il rapporto qualità-prezzo si dimostra estremamente favorevole. In quanto, la qualità costruttiva, le prestazioni e le tecnologie integrate in entrambi i modelli giustificano un investimento di questo tipo. In un settore e competitivo quale appunto quello degli accessori elettronici, ci sono molti altri produttori che offrono alimentatori con capacità e funzionalità simili. Marchi come Anker, RAVPower e Zendure si contendono la stessa clientela, presentando alternative valide. È vero però che la UGREEN Nexode si distingue per la qualità dei materiali, le tecnologie avanzate e il design pratico. La presenza del display interattivo nei modelli UGREEN è una caratteristica rara in questa fascia di prezzo. Proprio perché non tutti offrono un'interfaccia così dettagliata. Si tratta quindi di un valore aggiunto. Un altro elemento da considerare è il servizio clienti e la garanzia. UGREEN è conosciuta per il suo servizio post-vendita estremamente efficiente. Offre infatti un’ assistenza rapida e una politica di garanzia che infonde fiducia negli acquirenti. Questo è un aspetto importante in un mercato saturo, dove le esperienze dei clienti possono influenzare fortemente le decisioni di acquisto. Quindi, anche se la concorrenza è agguerrita, UGREEN ha trovato il suo posto grazie a un'offerta ben bilanciata che non delude le aspettative. PRO E CONTRO Arrivati a questo punto non ci resta che stilare quelli che sono i punti di forza e le eventuali debolezze di questi due dispositivi. Tra i pro più evidenti c'è senza dubbio la capacità di ricarica. Ma soprattutto la possibilità di ricaricare fino a tre device contemporaneamente. Cosa che rende queste powerbank ideali per le esigenze di un'intera famiglia o di un gruppo di amici. Un altro punto di forza è il design e la portabilità. Entrambi i modelli presentano un design elegante e compatto, facilmente trasportabile. In più, il display interattivo, in particolare quello della versione da 20000mAh, fornisce informazioni preziose sullo stato di carica e sulle prestazioni. Un elemento che non si trova facilmente nei caricatori concorrenti. Tuttavia, ci sono anche alcuni contro da considerare. Anche se il prezzo degli UGREEN è da considerarsi fortemente competitivo, alcune persone potrebbero trovarlo più elevato rispetto ad altre opzioni presenti sul mercato. Ci sono power bank più economici che offrono capacità simili. Ma senza le funzionalità avanzate di ricarica e monitoraggio. In più, la durata della batteria, pur essendo buona, può variare a seconda dell'uso. Ad esempio, ricaricare dispositivi con alte richieste energetiche può ridurre il numero di ricariche disponibili per altri accessori. Un'altra possibile limitazione è la disponibilità delle porte. Poiché il modello da 12000mAh ha una sola porta USB-C e una USB-A. Ancora, il design a colonna, anche se elegante, potrebbe non adattarsi facilmente a tutti gli spazi. Specialmente in zaini o borse con compartimenti più stretti. CONCLUSIONE Per concludere possiamo dire che i UGREEN Nexode Power Bank si pongono come una scelta eccellente per coloro che cercano un equilibrio tra prestazioni e portabilità. Sia che si opti per la versione da 20000mAh o per quella da 12000mAh, entrambe offrono una soluzione efficiente per rimanere sempre connessi e senza ansia da batteria scarica. Con le loro caratteristiche avanzate e una costruzione robusta, questi alimentatori sono destinati a soddisfare anche gli utenti più esigenti. Un compagno ideale per ogni tipo di viaggio. Disponibile attraverso la pagina ufficiale il modello da 12000mAh e quello da 20000mAh. Read the full article
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chez-mimich · 2 years ago
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MARC RIBOT-THE JAZZ BINS
Ci sono delle leggende nel rock, nel blues e anche nel jazz che raccontano di concerti favolosi, storici o tutte e due le cose, dove per assistervi gli spettatori (il popolo del rock e anche quello del jazz) hanno dovuto sopportare improbe fatiche. A Woodstock si è dovuto soggiornare nel fango mangiando solo muesli, a Venezia per sentire i Pink Floyd ci si è dovuti arrostire sotto il sole e via di questo passo, come per la famosa edizione di Umbria Jazz che si è tenuta sotto una pioggia battente. Ognuno di noi si ricorda di un concerto in cui ha dovuto sopportare il caldo, la sete, la calca o la pioggia…Ecco, in scala ridotta, annovero tra questi anche il concerto di Marc Ribot E “The Jazz Bins” per Nj Weekender Spring Edition che si è tenuto sabato scorso presso Nòva a Novara. Ne è valsa la pena? Decisamente sì, naturalmente, anche se lo spazio Nòva forse non era il luogo più adatto per un pezzo da novanta come Ribot. Ma la “policy” degli organizzatori è questa e tanto vale dimenticarsi la schiena a pezzi e parlare di musica. Ma anche parlare della musica di Marc Ribot è una fatica improba, poiché le parole non riescono a supplire minimamente a ciò che le corde della sua chitarra trasmettono e si finirebbe per ricorre e fantasiose immagini mentali, a metafore, sineddoche, ellissi, insomma figure retoriche che poi lasciano sempre il lettore insoddisfatto. Ma certo non sarebbe sufficiente dire che il concerto-monster di questa edizione di Novara Jazz Weekender Spring Edition sia stato bellissimo senza aggiungere altro. E allora diciamo che Marc Ribot, assediato da centinaia di fans nella sala di Nòva e con lui Greg Lewis al sontuoso Hammond e Joe Dyson alla (esplosiva) batteria hanno incantato il pubblico. Proprio inutile cercare di definire il repertorio di Ribot che, ricordiamolo fece parte, negli anni Ottanta, dei “Lounge Lizards” di John Lurie che suonavano un jazz che sembrava punk o forse un punk che sembrava jazz. Ma Marc Ribot, oltre ad avere suonato, ha anche composto per artisti e chitarristi da storia della musica, come Wilson Pickett, David Sylvian, Tom Waits, Caetano Veloso, John Zorn, Elvis Costello, Robert Plant, Elton John, Diana Krall, Marianne Faithfull, tanto per buttare lì qualche nome, ed è proprio dovuta a questa diversità di approcci e di suggestioni musicali, la musica affascinante che Ribot propone. Sale sul piccolo palco di Nòva e, senza esitazione alcuna, attacca a suonare con piglio secco, deciso. Niente parole inutili, solo musica, di quella che è impossibile dimenticare. Cavalcate intense, variate all’infinito, “riff” possenti che inglobano tutto, free jazz, rock, groove, una potente e accurata centrifuga di generi che sembra produrne uno del tutto nuovo ed inimitabile che è poi la cifra stilistica propria di Marc Ribot. Che musica faceva Jimi Hendrix? Il rock? Il blues? È più facile rispondere che faceva la musica di Hendrix. Succede solo per i grandissimi che si chiamino Pink Floyd o che si chiami Bob Dylan. Lo stesso è per Marc Ribot che con quella chitarra in mano, che diventa una specie di bacchetta magica, è in grado di confonderci beneficamente le idee e il nostro razionale, ma spesso sterile, desiderio di catalogare tutto. Questo unico concerto italiano di Ribot è un altro gran colpo della premiata Ditta Novara Jazz che sembra ormai essere andata molto oltre, il pur prezioso festival di inizio estate, ed aver intrapreso una attività più complessa che copre tutto l’anno, con produzioni discografiche, iniziative ed eventi di più grande respiro. Però, la prossima volta, per raggiunti limiti di età, vorrei stare seduto in una confortevole poltrona o anche più semplicemente su una sedia…
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